Sono particolarmente orgogliosa di presentare la mia nuova partnership con Sell In-To China, una export digital platform che permette di vendere agilmente i prodotti di aziende italiane ed europee in Cina.
Condivido appieno la loro ottima intuizione di business e mi ritrovo nella loro vision, ovvero essere moderni, veloci e facili.
Moderni come il mercato on line.
Veloci come un click.
Facili come bere una tazza di cha, gustando un piatto di deliziosi biscotti della fortuna.
Da esperta del settore digitale e amante dello sport, mi sento particolarmente ispirata nell’azzardare un paragone fra l’e-commerce e il mondo dell’agonismo, affermando che se la Cina fosse uno sport, sarebbe sicuramente cintura nera di shopping on line.
Che la popolosa Cina sia una superpotenza digitale, ce lo dicono i numeri.
I cittadini cinesi sono fra i più tecnologici al mondo e sono abituatissimi a pagare con un click dal cellulare. Si stima che entro quattro anni, nove cinesi su dieci, compreranno on line, complice anche la moneta elettronica che rende gli acquisti sicuri. Attualmente WeChat e Taobao, le due piattaforme più popolari in Cina, vengono utilizzate rispettivamente da 1,5 miliardi e 600 milioni di utenti e un’analisi del loro comportamento di acquisto, ci dice che preferiscono nettamente i brand internazionali.
Credo fermamente che un’occasione simile non vada sprecata, soprattutto da aziende che vantano il blasone del made in Italy o quelle che producono con l’indiscussa qualità europea.
In poche parole, un treno da non perdere.
Ma. Esatto, c’è un ma.
Perché come spesso accade, tutte le strade che portano al successo sono lastricate di difficoltà e la conquista del mercato digitale cinese non ne è esente. Con la musica di Rocky Balboa che sale sul ring in testa, mi accingo a spiegarvi il perché.
La barriera linguistica, il notevole investimento richiesto in risorse economiche e temporali, la farraginosa burocrazia cinese, sostanziali differenze culturali, le lunghe distanze dei territori, le piattaforme diverse dalle nostre (infatti in Cina Facebook, Instagram, Whatsapp, Twitter, Snapchat e altre ancora sono censurate) rappresentano indiscutibili deterrenti.
Quelle che però possono sembrare porte chiuse, si trasformano in occasioni esclusive, se si posseggono le chiavi per aprirle. E qui subentra Sell In-To China.
Sell In-To China si interfaccia con le società proponendosi come unico cliente, incaricandosi della gestione del ciclo completo di vendita, accedendo i canali on line WeChat e Taobao, coordinando lo store, la spedizione della merce e la consegna al cliente finale. Sell In-To Chiana amministrerà anche tutta la burocrazia, l’assistenza ai clienti, la gestione dei contenuti in lingua e la grafica. Le aziende affiliate riceveranno i pagamenti direttamente in euro, senza la necessità di una ragione sociale, una sede o un conto bancario in Cina.
Quando ho incontrato il management di Sell In-To China e mi hanno raccontato la loro vision, ho pensato fosse un invito a vincere insieme i propri limiti, abbattendo le barriere all’ingresso di un mercato così promettente. In sostanza un gran lavoro di squadra e la volontà di tramutare una debolezza in una forza, entrambi approcci in cui mi immedesimo molto.
Un gruppo di persone che persegue un obiettivo comune può ottenere traguardi inaspettati, ma bisogna saperseli immaginare. Perché come sosteneva il buon vecchio Oscar Wilde:
“Chiunque viva nell’orizzonte dei propri mezzi, soffre di una grave mancanza di immaginazione”.